Il sindaco di Roma, appena eletto, Ignazio Marino, si reca al lavoro in bicicletta. Ottimo esempio, peccato che la sua scorta sia composta da ben 18 vigili urbani, ovviante divisi in turni, ma tant’è.
La sua passione per le due ruote potrebbe costargli molto cara, o meglio la poltrona di primo cittadino. Guardando, infatti, i costi non sembra che la sua scelta faccia risparmiare così tanto all’amministrazione comunale di Roma.Inoltre la capitale non è certo una delle città più tranquille al mondo: bloccare 18 uomini per la sicurezza del sindaco privando la città del loro presidio sul territorio, non è certo un buon esempio di amministrazione.
La sua intenzione di usare la bicicletta per i suoi spostamenti era stata ben chiara da subito, addirittura dal giorno del suo insediamento, arrivando in sella a d una bici rossa. Ma la situazione, se non fosse per lo spreco, ha qualcosa di vagamente fantozziano: vigili facevano gli scongiuri intimoriti da lunghe pedalate per i sette colli di Roma con tanto di borraccia alla Coppi e Bartali. Il sindaco aveva lasciato una speranza ai poveri agenti: “Deciderò cosa fare per i miei spostamenti”.
Ebbene alla fine ha deciso. La scorta se l’è tenuta e l’ha dotata di bici elettrica. Così i vigili che scortano il sindaco ogni mattina devono pedalare per accompagnare Marino in giro per la città o per i suoi impegni istituzionali. Peccato per loro che debbano farlo sulle due ruote. Di certo saranno partiti corsi di allenamento intesivo ai polpacci per potenziare la spinta nelle salite della Capitale. Il corpo dei vigili urbani era abituato a girare in auto fino a due settimane fa. Facendo due rapidi calcoli, si evince che se Marino utilizzasse la propria autovettura, costerebbe molto meno al comune capitolino.