
20/03/2019 – Il caso Diciotti e la scontata decisione del Senato della Repubblica di negare l’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini (accusato dal Tribunale dei ministri di sequestro di persona) sono al centro della nuova polemica fra Roberto Saviano e il ministro dell’Interno. Lo scrittore, con un lungo e articolato pezzo su La Repubblica, ricorda come lui stesso sia stato querelato dal ministro per averlo definito “ministro della malavita” e stigmatizza il diverso “destino” riservato ai cittadini: “Io, cittadino come tanti, come tutti, sarò processato; il ministro, invece, ha deciso di sottrarsi al processo, seriamente e giustamente spaventato dal fatto che la sua condotta nel caso Diciotti possa farlo condannare. Ha usato lo schermo e il ricatto politico per ottenere l’appoggio del suo alleato di governo, quel M5S che doveva fare da argine ai movimenti xenofobi e che ha finito per essere la loro stampella al Governo”.
Saviano, già ieri protagonista di un botta e risposta con il leader della Lega (con un post nel quale definiva “atto da buffone” la scelta di impedire alla nave Mare Jonio di attraccare a Lampedusa e la diramazione di una circolare per disciplinare il comportamento delle forze dell’ordine in caso di nuovi arrivi), aggiunge di non voler fare retromarcia e conferma i giudizi espressi nei confronti di Salvini:
“Verrò processato per aver definito Matteo Salvini #MinistroDellaMalaVita e buffone. Ribadisco il mio giudizio su di lui e la legittimità nel poterlo definire tale. Mentre io andrò a farmi processare, Salvini scappa dal processo sul caso #Diciotti. Salvini, #CapitanCodardo!
Nella sua lettura, questo processo “sarà un punto di non ritorno per il ministro Salvini”: “Mentre lei scappa codardamente dal processo sul caso Diciotti, ci vedremo al processo nel quale sarò io l’imputato, ma le assicuro che non mi intimidisce e le prometto che con la parola – l’unico mezzo a mia disposizione – non darò tregua alle sue continue bugie”.
Nella sua lettura, questo processo “sarà un punto di non ritorno per il ministro Salvini”: “Mentre lei scappa codardamente dal processo sul caso Diciotti, ci vedremo al processo nel quale sarò io l’imputato, ma le assicuro che non mi intimidisce e le prometto che con la parola – l’unico mezzo a mia disposizione – non darò tregua alle sue continue bugie”.
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