Voto di scambio, arrestati ex sindaco e consigliere comunale di Amantea
21/07/2017 – Vuoi che la tua fidanzata continui a lavorare? Allora tu, lei e la sua famiglia mi dovete votare. È questo il ricatto che ha fatto finire in carcere il consigliere comunale di Amantea, Marcello Socievole, 53 anni, e il suo mentore politico, l’ex consigliere regionale ed ex sindaco Franco La Rupa, 61 anni.
Per i magistrati della procura di Paola sono entrambi responsabili di voto di scambio e tentata estorsione in concorso, mentre a Socievole la procura contesta anche il reato di violenza privata.
Nella Calabria inchiodata a percentuali di disoccupazione degne degli anni ’50, il lavoro è una straordinaria arma di ricatto. Anche quando è precario. Anzi, soprattutto quando è precario. Da vecchia volpe delle competizioni elettorali, l’ex consigliere regionale La Rupa, non ha avuto necessità di spiegazioni al riguardo. Sebbene non fosse candidato, pur di far vincere la coalizione di cui si definiva “il referente” non ha esitato a intimorire, minacciare, tentare di obbligare due fidanzati e la famiglia di lei a vendere i propri voti.
I fatti risalgono alla campagna per le ultime amministrative. All’epoca, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Cosenza e della compagnia di Amantea, il consigliere comunale era alla ricerca di voti che ne garantissero l’elezione, mentre La Rupa si muoveva come sostenitore-ombra della coalizione guidata dall’attuale sindaco di Amantea, Mario Pizzino. Pur di accumulare preferenze, i due politici non avrebbero esitato ad utilizzare ricatti e minacce.
Oggetto delle pressioni un ragazzo di Amantea, obbligato a convincere la fidanzata e la famiglia di lei a votare per Socievole, pena il mancato rinnovo del contratto di lavoro che la ragazza aveva con la scuola materna gestita dal comune attraverso una cooperativa.
“Ma tu ci tieni alla tua fidanzata…che il 30 (luglio, ndr) le scade il contratto e io dopo non ti posso aiutare… Le elezioni sono state già decretate non da mo’, da parecchio” dice La Rupa, in una delle conversazioni registrate dal ragazzo. Al quale dà anche precise istruzioni “Tu vai da lei e le spieghi: è venuto Franco La Rupa di persona, si è preso l’impegno lui per farti il rinnovo e compagnia bella… questi vincono… che cacchio dobbiamo fare… un voto solo vedi chi glielo vuole dare… magari tuo cognato. Mentre gli altri tre li date a Marcello (Socievole, ndr) perché Marcello ti deve confermare per l’anno di servizio… che quelli che contano sono questi sono… gli amici”, dice ancora La Rupa.
“È un peccato – aggiunge con fare allusivo il politico – ha un posto di lavoro… Vi dovete sposare”. Per meglio chiarire il concetto – ha in seguito raccontato il ragazzo ai carabinieri – La Rupa, il figlio e Socievole si sarebbero presentati anche a casa sua circa una settimana prima delle elezioni. “Sono venuti a casa mia ad Amantea, lui, il figlio e Marcello Socievole con la Jaguar di Socievole – ha ricordato davanti agli investigatori – ricordo che La Rupa insistette molto sulla riconferma del lavoro della mia fidanzata fino al punto da farmi ampiamente capire che se voleva essere riconfermata avrebbe dovuto votare Marcello Socievole”.
arole che all’epoca hanno turbato il ragazzo tanto da indurlo a registrare quella conversazione. “Mi sono sentito minacciato – ha detto poi agli inquirenti – perché conosco bene Franco La Rupa e so cosa è capace di fare”. Per questo si era confidato con Tommaso Signorelli, candidato sindaco per la lista avversaria, al quale aveva anche consegnato la registrazione audio.
Amantea è un piccolo paese. Le voci corrono, le notizie girano. E quella sull’esistenza di quella conversazione probabilmente è arrivata anche all’orecchio del consigliere comunale sponsorizzato da La Rupa. “Ai miei suoceri Socievole riferì di essere a conoscenza della registrazione e che per questo lui e La Rupa erano molto adirati. Lo stesso Socievole aggiungeva che avrebbe potuto anche denunciarmi per questo. I miei suoceri rimasero molto turbati”.
I carabinieri invece si sono incuriositi e hanno deciso di vederci chiaro. Informati sulla registrazione, hanno convocato il ragazzo che di fronte agli investigatori ha raccontato in dettaglio le minacce ricevute e ha consegnato l’audio che ha inchiodato l’ex consigliere regionale e il suo “protetto”.
La Rupa è un personaggio noto in Calabria per i suoi trascorsi politici e giudiziari. Era già stato coinvolto in diverse operazioni, tra cui la “Nepetia”, nel 2007, che lo vide però poi assolto dall’accusa di collusione con le cosche mafiose della zona. Poi fu la volta dell’operazione “Omnia”, in cui La Rupa fu accusato di aver consegnato al boss di Cassano allo Ionio (Cs), Antonio Forastefano, la somma di 15.000 euro in cambio di un pacchetto di voti che sarebbero stati fondamentali per la sua elezione a consigliere regionale nel 2005.
La Rupa venne condannato a 5 anni, in primo grado. La Corte d’Appello di Catanzaro lo condannò poi ad una pena di 4 anni, ma la Cassazione ha poi annullato, con rinvio, la condanna.
Marcello Socievole, l’altro arrestato, consigliere comunale di maggioranza, è invece un imprenditore attivo nel campo degli arredamenti, molto noto nella zona. Già consigliere comunale nelle passate legislature, è anche il presidente della locale squadra di calcio. FONTE
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Sindaca (PD) indagata insieme al padre: Voti in cambio di promesse di assunzioni nella polizia municipale
10/10/2016 – È accusata di voto di scambio la sindaca di Amantea Monica Sabatino. La Procura di Paola ha notificato un avviso di chiusura indagini alla donna, iscritta al Pd ma eletta con una lista civica, e al padre, Giuseppe Sabatino, accusato di aver fatto pressioni su alcuni agenti in attesa di stabilizzazione, perché avvantaggiassero la lista “Rosa Arcobaleno” nella campagna elettorale per le comunali del 2014, poi vinte con il 38,64% dei voti.
Appena eletta, Monica Sabatino e la sua amministrazioni sono state bersaglio di una serie di intimidazioni. Sull’automobile della madre e sul furgone di un consigliere comunale pochi giorni dopo il voto erano state ritrovate due buste contenenti proiettili.
Quanto all’inchiesta per voto di scambio, il padre della sindaca – che ha lavorato per 40 anni al Comune di Amantea e, andato in pensione, è stato inquadrato come esperto non retribuito – avrebbe compiuto “atti idonei al fine di coartare la libertà di autodeterminazione, paventando la perdita dell’opportunità della stabilizzazione lavorativa”. Tutto, secondo i magistrati, sarebbe rientrato nella strategia per ottenere consensi elettorali.
La sindaca avrebbe infatti promesso “vantaggi consistenti nella stabilizzazione del contratto attraverso il superamento del concorso per l’assunzione di sette vigili in favore di numerosi elettori inquadrati come precari nel corpo di polizia municipale locale”. Agenti precari che avevano comunque raggiunto il limite di 36 mesi di servizio nello stesso ruolo all’interno del Comune di Amantea e che, sulla base di una direttiva europea, avrebbero dovuto comunque essere assunti in via definitiva. Chiuse le indagini, Sabatino e suo padre potranno presentare entro venti giorni le loro memorie difensive che la Procura dovrà valutare prima di chiedere il rinvio a giudizio. – Fonte
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