FRANCIA, MINISTRO INTERNO: “INTERI QUARTIERI IN MANO ISLAMICA”
12/10/2018 – Gerard Collomb, il ministro dell’Interno francese, ha lasciato il governo sbattendo la porta. Lo ha fatto lanciando un drammatico j’accuse sulla situazione di quelli che ha definito ‘territori perduti’, le cosiddette ‘no-go-zone’. I
Aveva chiesto a Macron mano libera per riportare nella legalità intere aree del Paese che, ormai, sono territori stranieri in mano a capi locali dell’immigrazione afroislamica.
La situazione delle enormi aree degradate ed abbandonate alla giurisdizione islamica è in Francia oggi, quello che potrebbe essere in Italia domani.
«Signor Primo Ministro, ho un messaggio da trasmettere – sono andato in tutti questi quartieri, da quelli settentrionali di Marsiglia, da Mirail a Tolosa, fino Corbeil, Aulnay, Sevran – la situazione è eccessivamente degradata e l’espressione “riconquista repubblicana” è particolarmente riduttiva, perché oggi, in queste aree, è la legge del più forte che si è imposta: quella dei narcotrafficanti e degli islamici che ha preso il posto di quella della Repubblica.
Dobbiamo ancora dare sicurezza a questi quartieri, ma credo che sia essenziale cambiarli radicalmente. Sono dei ghetti».
E invoca un radicale rovesciamento del diritto d’asilo, dice che l’immigrazione “va fermata”, perché “la situazione è già ingestibile”.
Collomb ha così definito riduttiva l’idea della semplice “riconquista repubblicana”: non è una questione ‘militare’, ma demografica. Il problema non sono i territori, ma chi ci abita: che ormai è straniero. Sentire il ministro dell’Interno francese, di sinistra, ammettere che ormai, intere aeree del suo Paese sono state colonizzate dall’islam, dovrebbe svegliare anche i più addormentati tra noi. Sentirlo dire che sì, urge riconquistarlo, ma che non basterà, perché è una questione demografica, dovrebbe farci bloccare tutta l’immigrazione: oggi. E con Collomb è il secondo politico francese moderato che parla di una nazione perduta nel giro di pochi giorni:
Anche L’ex presidente francese Giscard d’Estaing, all’Eliseo dal ’74 fino al 1981, si è confessato in una biografia di prossima pubblicazione.
“Il suo grande rammarico, ha detto, è il ricongiungimento familiare, deciso da un semplice decreto dell’allora primo ministro Jacques Chirac nel 1976. L’idea di portare famiglie di immigrati sembrava, al momento, naturale. Con il massiccio aumento dell’immigrazione dai paesi musulmani, è dimostrato essere un errore. Raymond Barre, del resto, lo sospese per tre anni, prima che il Consiglio di Stato annullasse questa decisione sostenendo che il ricongiungimento familiare era ormai parte dei principi generali del diritto.”
Del resto, sono ormai decine le aree dove la legge francese è stata soppiantata dalla Shariah, la legge islamica, in un processo iniziato con la politica dei ricongiungimenti familiari.
Sono 750 queste ‘zone proibite’ dove i cittadini francesi (quelli originali) non possono entrare. Luoghi dove la sharia è la legge e dove si reclutano nuovi adepti apertamente. Vengono definite in neolingua, dal regime ‘democratico’ francese, ‘zone di sicurezza prioritaria’.
Come molti nuovi immigrati fanno, gli immigrati musulmani hanno formato comunità in Francia, da decenni. E non si stanno integrando nella società francese.
Interessante il reportage dell’ex militare e giornalista americano Nolan Peterson.
Peterson ha descritto il tempo vissuto in una di queste aree, che anche lui ha definite ‘no-go zone’:
“E ‘stato piuttosto spaventoso. Sono stato in Afghanistan, Iraq, Kashmir, India, e a volte sembrava di essere proprio in uno di questi Paesi”.
“Ci sono giovani che indossano Osama bin Laden T-shirts. In un negozio di narghilè, ho visto un discorso di Abu Musab al-Zarqawi, che stava conducendo una rivolta contro le truppe americane in Iraq al momento. E la gente condivideva quello che diceva.”
Secondo Peterson, i 5 milioni di musulmani che vivono in Francia, che rappresentano dal 10 al 12 per cento della popolazione, sono un corpo estraneo. Non esiste più ‘la Francia’, esistono due società distinte con enclaves totalmente estranee, dove si applicano altre leggi.
Chi vive in quelle aree è molto suscettibile di essere reclutato in gruppi islamisti.
E in queste zone, “gli sforzi degli islamisti come i Fratelli musulmani o al-Qaeda per reclutare non è qualcosa che si nasconde nell’ombra. In realtà è molto aperto. E’ accettato.”
E’ sbalorditivo che una nazione sovrana consenta la formazione di enclave etniche sul proprio territorio.
Ora in Francia, come in Belgio, come in Inghilterra. E come già si inizia a vedere in Italia, esistono pezzi di territorio che sono piccole Gaza.
Urge riconquistarli. Ma come farlo, quando i ‘nuovi’ si sono infiltrati nella Polizia e nell’Esercito, perché hanno la Cittadinanza? E’ un processo che noi possiamo ancora fermare. FONTE
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