07/11/2018 – Il sindaco di Fuscaldo (Cosenza), Gianfranco Ramundo, é stato arrestato dalla guardia di finanza nell’ambito di un’operazione coordinata del procuratore Pierpaolo Bruni di Paola, insieme ad altri componenti dell’amministrazione comunale. Disposti anche sequestri di beni nei confronti di alcuni indagati e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione nei confronti di due società.
Il provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti di 14 persone, fra le quali il sindaco, il vicesindaco e un altro assessore del Comune di Fuscaldo. Nei guai sono finiti anche un funzionario pubblico, imprenditori e un professionista. L’indagine della guardia di finanza di Paola, diretta dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, si è concentrata sulla gestione di appalti pubblici e affidamenti diretti, sia del Comune di Fuscaldo che del Comune di Cosenza, per lavori, servizi e forniture da oltre 7,5 milioni di euro. Elemento di collegamento fra i due Enti locali cosentini, secondo quanto ricostruito, era proprio la figura di un funzionario, dipendente a tempo indeterminato nel Comune di Cosenza, autorizzato ad esercitare part-time le funzioni di Responsabile di Settore anche nel Comune di Fuscaldo. Gli investigatori hanno accertato l’esistenza di un “collaudato sistema corruttivo e di collusioni nella gestione della cosa pubblica”, si legge in una nota della guardia di finanza, “radicato nei Comuni e alimentato da abituali condotte illecite poste in essere da pubblici ufficiali ed imprenditori, ai danni dei citati Comuni”.
Oltre 100 militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza sono impegnati dalle prime ore dell’alba nell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare personale e decreto di sequestro preventivo nei confronti di 14 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione e falso ideologico. I provvedimenti sono stati emessi dalla gip del tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore capo Pierpaolo Bruni e dei sostituti Antonio Lepre e Teresa Valeria Grieco.
Le molteplici turbative delle gare e dei procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione sono state scoperte grazie a intercettazioni e all’analisi di una enorme mole di documentazione cartacea e informatica sequestrata, tra cui computer, tablet e telefoni cellulari. Per ciascuna gara pubblica e di procedimento di scelta del contraente, i finanzieri hanno ricostruito i presunti accordi clandestini e le collusioni fra soggetti pubblici e privati, nonché i mezzi fraudolenti utilizzati per assegnare illecitamente i lavori e i servizi da parte dei Comuni, in violazione alle norme contenute nel Codice degli Appalti.
In diversi casi, le indagini hanno documentato come gli atti contrari ai doveri d’ufficio venivano retribuiti, in termini di contropartita e in virtù di accordi corruttivi o per effetto delle condotte di indebita induzione, da promesse illecite di utilità, ad esempio incarichi professionali, assunzioni di lavoratori e utilizzo gratuito di una struttura alberghiera, oltre a trasferimenti di sede di lavoro di pubblici dipendenti e altri doni. Sono stati ricostruiti i rapporti interpersonali fra i pubblici ufficiali, imprenditori e altri soggetti coinvolti, i quali, spiegano gli investigatori, “hanno contrassegnato una funzione pubblica spogliata della sua reale natura”, finalizzata cioè al “perseguimento dell’interesse pubblico e del bene comune”, ma “piegata strumentalmente per il mero raggiungimento di interessi privati”. In molte occasioni, la commistione fra gli interessi pubblici e gli interessi privati ha determinato la creazione di una vera e propria “confusione fra ruoli” tra il pubblico ufficiale, l’imprenditore e viceversa, spiega la finanza. – FONTE
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