04/03/2017 – Il punto d’attacco è la sfida contro il Movimento 5 Stelle. “Se loro vogliono fare solo polemica, la mozione quando verrà calendarizzata, la voteremo e sarà bocciata”. Sicuro sui numeri Ettore Rosato sulla sfiducia individuale a carico del ministro Luca Lotti, presentata dai parlamentari penta stellati in entrambe le Camere. L’inchiesta Consip mette sulla graticola il Pd, in una fase delicatissima che va a incrociare la battaglia congressuale già di per sé infestata di veleni. I tempi dei due calendari parlamentari dunque non sono neutri e neppure l’aula dove per prima verrà votata.
Per tutta la prossima settimana il Senato ha in agenda provvedimenti non rinviabili e che probabilmente si allungheranno fino al 18 marzo: delega sul contrasto alla povertà, legge sulla concorrenza, commissione d’inchiesta sulle banche e le comunicazioni del premier Gentiloni sul prossimo Consiglio europeo. L’aula della Camera attende il decreto sicurezza delle città, la legge sul testamento biologico e un altro decreto in scadenza ad aprile che riguarda i nuovi interventi sul terremoto.
Lo schema non prevede spazi fino alla terza settimana di marzo, salvo decisioni diverse e modifiche sempre in carico alla conferenza dei capigruppo. Vista così, il voto non sembra imminente ma è proprio questo che mette preoccupazione al Pd, che considera quasi più nocivo che il ministro più vicino a Renzi resti in testa alle polemiche mediatiche, provocando più danni che se dovesse fare un passo indietro più meno spontaneo. Guardando al pallottoliere, anche gli ultimi spostamenti con la nascita del Movimento democratico e progressista, per ora non modificano più di tanto gli equilibri. La richiesta di Alfredo D’Attorre alla Camera e Miguel Gotor al Senato di attendere chiarimenti dal Pd sulla vicenda prima di prendere decisioni, non fa presagire a un voto dei bersaniani a braccetto con Lega e M5S. Lotti non rischia anche perché resta fedele alla linea garantista la grandissima parte di Forza Italia.
“Sentirò il mio gruppo al Senato ma noi siamo sempre stati contrari alle mozioni di sfiducia individuali e lo saremo anche questa volta”, dice all’HuffPost il presidente dei senatori azzurri Paolo Romani. Ballano i voti di Gal, che negli ultimi mesi ha votato sempre più spesso con le opposizioni. Il voto al Senato, oltre a presentare qualche rischio in più, prevede il solito ombrello dei verdiniani di stretta osservanza da cui, in questi giorni per il Pd è meglio tenersi a distanza. Dunque i ragionamenti di queste ore vanno oltre i numeri, condizionati più dalla fase politica che dagli schieramenti: il punto di caduta è dunque la gogna mediatica. La chiave per sparigliare e per superarla potrebbe essere un’informativa del governo, ipotesi che comincia a farsi strada in alcuni settori della maggioranza.
La Consip è una società pubblica che ha come unico azionista il ministero dell’Economia, ma il premier Gentiloni stamani durante il Consiglio dei ministri ha suggerito di tenere i toni bassi e l’esecutivo fuori dal clima di tensione. Ovvie poi, le dichiarazioni di vicinanza per gli attacchi ricevuti, al ministro Lotti coinvolto nell’inchiesta. Nelle stesse ore però nel partito si fa strada una linea prudente ma non passiva, per evitare di far finire anche Palazzo Chigi nella valanga giudiziaria. Il garantismo di rito e la fiducia nella magistratura stavolta sembrano non bastare per uscire dal cul de sac e, dopo che ieri Gianni Cuperlo aveva chiesto un passo indietro a Lotti, oggi è Francesco Boccia che incalza Renzi nel difendere i suoi uomini e il loro operato, oppure prenderne nettamente le distanze. Sembra proprio il “giglio magico” l’obiettivo inconfessato di quanti nel partito, al di là degli esiti congressuali, cominciano a guardare oltre. – FONTE
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