La verità brutale sui volontari delle Ong: salvano migranti per diventare ricchi
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Le navi addette alla pesca dei fuggiaschi non si muovono per spirito di carità bensì in base a calcoli di convenienza. Gli africani non scappano da nessuna guerra, figuriamoci. Sono incoraggiati a venire qui da una martellante pubblicità. Le televisioni del Continente nero predicano ogni dì: andate in Italia, sarete accolti a braccia aperte, nutriti e coccolati, poco lavoro e tanti soldi. In effetti cantano: «non pago affitto, non faccio opraio, scopiamo fighe bianche».
Evviva. Essi, ingenui per posa, partono investendo denaro per essere trasportati e quando giungono sulla penisola sono presi in consegna dalle cooperative, molte cattoliche, che incassano dallo Stato 35 euro per ogni individuo ospitato.
Fate il conto. Dato che gli stranieri sono milioni ormai, ballano cifre spaventose. Se si calcola che solo 3 euro e mezzo sono destinati quotidianamente agli sfigati, e che il rimanente finisce in tasca ai citati buonisti, i quali forniscono baracche e una mensa che distribuisce pasta scotta, si tratta di un business pazzesco a cui gli affaristi travestiti da angeli non vogliono rinunciare.
Non c’ è nulla quanto le palanche che intenerisca i cuori dei bastardi che agiscono in nome di nobili sentimenti e per scopi terra terra. Questa, al di là di ogni ipocrisia usata per intenerire papa Bergoglio, è la cruda realtà. Dei profughi non interessa un cavolo a nessuno se non quale occasione ghiotta onde accumulare quattrini con irrisoria facilità.
Il nostro governo di sinistra, non potendo scontentare i farabutti che si spacciano per anime candide, chiude entrambi gli occhi e asseconda le loro pretese di passare per samaritani pietosi. Il risultato è evidente. Il Paese è continuamente invaso da orde di ragazzoni provenienti dalla savana e il povero Minniti, ministro dell’ Interno, si sbatte in solitudine per risolvere un problema che non è nemmeno un problema, bensì una tragedia.
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