18/03/2020 – Un tribunale speciale si occuperà delle persone arrestate. Ma le persone messi agli arresti non sono poche: sono infatti 298 le persone fermate in Arabia Saudita in seguito a una maxi retata contro la corruzione del Paese. Lo riferisce l’agenzia di stampa Spa, spiegando che agli arresti sono finiti centinaia di funzionari governativi e militari, esponenti della magistratura e delle università con l’accusa di corruzione, abuso di ufficio e dell’appropriazione indebita di 100 milioni di dollari di fondi pubblici. A emettere gli ordini di arresto è stata la Commissione anticorruzione nazionale saudita, la Nazaha, che in totale ha interrogato 674 persone. Il precedente risale al 2017. Nel settembre di quell’anno furono arrestati esponenti religiosi, intellettuali, accademici e attivisti per i diritti umani.
A novembre seguì la maxi retata anti-corruzione che ha visto finire in manette principi e uomini d’affari, rinchiusi per settimane nel lussuoso hotel Ritz-Carlton a Riad. Secondo gli analisti, il principe ereditario Mohammed bin Salman ha usato la linea dura per eliminare le persone che avrebbero potuto rappresentare per lui una minaccia politica.
D’altra parte solo la scorsa settimana erano stati arrestati Il principe saudita Ahmed bin Abdul Aziz, l’unico fratello rimasto di re Salman, e l’ex principe ereditario Mohammed bin Nayef proprio su ordine del principe ereditario Mohammed bin Salman.
I due, secondo quanto ha riportato il Guardian, volevano fermare l’ascesa al trono di Mbs nel caso di morte dell’attuale monarca. Tre le fonti che hanno confermato al Guardian che gli arresti sono stati ordinati dal principe ereditario con l’accusa di aver tentato di sottrarsi al Consiglio di fedeltà, un ente istituito nel 2007 per garantire una transizione graduale del potere in caso di morte del re o del principe ereditario. Il Consiglio è stato determinante nel garantire a Mohammed bin Salman il titolo di principe ereditario nel 2017, con 31 voti su 34, estromettendo Mohammed bin Nayef dalla linea di successione e permettendogli di affermarsi come leader de facto del Paese. – [FONTE]
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