In Trentino, liquidazioni oltre i 600mila euro ai consiglieri. E la Regione boccia la legge per il taglio degli stipendi
20/03/2017 – Alzi la mano chi ha ricevuto o prevede di ricevere, al momento in cui conclude un lavoro durato quindici anni, una liquidazione di 652 mila euro netti, originata da una base di partenza, prima delle imposte, pari a un milione 63 mila euro. Pochissime persone, salvo i super-manager, possono trovarsi in una condizione del genere. A questi livelli stratosferici arrivano invece i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige, i cui vitalizi costituiscono un capitolo un po’ intricato, ma esemplificativo dei benefici di cui continua a godere, nonostante le promesse di riduzioni e di tagli, la casta della politica. Anche perchè, in base al calcolo della previsione di durata della vita, possono incassare una liquidità anticipata.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda Walter Baumgartner, ex consigliere provinciale di Bolzano e regionale del TAA, che, essendo nato a Chiusa il 13 settembre 1956, ha compiuto i 60 anni a fine estate dello scorso anno. E’ così scattato per lui il diritto a percepire il trattamento vitalizio e le indennità di fine mandato previsti nella ricca regione a statuto speciale dove elargizioni e prebende hanno, per l’appunto, un trattamento altrettanto speciale. Una somma non da poco che Baumgartner, della Sudtiroler Volkspartei, ha maturato grazie ai 14 anni, 6 mesi e un giorno di attività politica (1998-2008, 2011-2013 e contribuzione obbligatoria a completamento della legislatura). Il 7 febbraio il presidente del consiglio regionale, Thomas Widmann, ha firmato il decreto che gli assegnava un vitalizio mensile di 4.127 euro e 72 centesimi. Poi è venuto il calcolo del “valore attuale medio” di oltre un milione di euro lordo, una somma da liquidare dopo aver decurtato il 10 per cento di contributo di solidarietà e la tassazione Irpef per 304 mila euro.