Ritrovata in Puglia la statua di Minerva che accolse Enea e decantata da Virgilio nell’Eneide

Scoperto un busto di donna del IV secolo a.C. Potrebbe essere quella che sormontava il tempio cantato da Virgilio. Castro fu il primo approdo in Italia dell’eroe troiano.

06/07/2015 – Quando Enea, in fuga da Troia in fiamme, trovò rifugio a Castrum Minervae (quella che si crede l’attuale Castro, in provincia di Lecce), fu accolto dal mare da una grande statua della dea Minerva, che sormontava il tempio a lei dedicato sul promontorio dietro al porto. Secondo l’Eneide di Virgilio, l’approdo a Castro, sulla costa orientale del Salento, fu il primo in Italia dell’eroe troiano figlio di Anchise e Afrodite.
Una leggenda, questa, che ha percorso i millenni, ma che potrebbe avere solide basi storiche. Almeno per quanto riguarda gli elementi geografici. Sabato 4 luglio a Castro è stata ritrovata una statua che potrebbe essere proprio quella di Minerva narrata da Virgilio: si tratta di un busto di grandi dimensioni, privo di testa e degli arti inferiori, presumibilmente databile al IV secolo a.C., rinvenuto a tre metri di profondità nel sottosuolo dell’acropoli della località pugliese.
Il ritrovamento è stato effettuato dall’equipe di archeologi guidato da Amedeo Galati e, oltre al busto di pietra, comprende anche parti di un braccio. Si stima che la statua intera potesse raggiungere i 4 metri di altezza. Per confermare che si tratti davvero della Minerva di virgiliana memoria sono ovviamente necessarie ulteriori analisi: la speranza è che, nella stessa zona, possano spuntare altre parti anatomiche che aiutino a completare il puzzle.

La statua di Minerva, che potrebbe risalire al III secolo a.C., ritrae il busto di una donna, con un abito finemente drappeggiato e dalle proporzioni doppie, è mancante degli arti interiori del corpo e della testa ma, con molta probabilità, le restanti parti potrebbero essere ancora nascoste nel terreno e potrebbero venire alla luce durante la continuazione degli scavi. Si presume che la grandezza della statua di Minerva possa sfiorare i quattro metri di altezza, comprensivi di piedistallo, simbolo della maestosità dell’opera, e lo stile di lavorazione richiamerebbe le opere delle scuole tarantine, artefici di molte bellezze del Salento Messapico.

INTERRATA VOLONTARIAMENTE? – Secondo gli archeologi la statua di Minerva, dato il suo posizionamento laterale che la faceva apparire quasi “adagiata” nel terreno, potrebbe essere stata volutamente interrata a seguito della demolizione del vecchio tempio, con lo scopo di mantenere intatta nel tempo la bellezza e la maestosità della divinità rappresentata.

La scoperta della statua di Minerva acquista un fascino doppio grazie alla bellezza dell’opera stessa e alla epica e straordinaria leggenda narrata dall’autore latino Virgilio, che, grazie alla grandiosità della sua opera, ha ampliato l’attrazione e la sinuosità del manufatto.

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