I 30 mila euro a Siri, le parole di Arata: “Ci lavora un secondo per guadagnarli”
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26/06/2019 – «Guarda che l’emendamento passa». E qualche frase dopo, un riferimento all’allora sottosegretario leghista alle Infrastrutture oggi indagato per corruzione: «Siri ci lavora un secondo per guadagnare trentamila euro». Così parlava Francesco Paolo Arata, secondo quanto riporta La Repubblica. Era il 10 settembre dell’anno scorso, e non sospettava che il suo telefonino fosse stato trasformato dalla Dia di Trapani in una microspia ambulante: il consulente per l’energia del ministro Salvini in società con Vito Nicastri, il re dell’eolico vicino ai clan, annunciava al figlio Francesco e a Nicastri junior, Manlio, che sarebbero arrivati presto tempi d’oro.
Proprio grazie al sottosegretario Armando Siri e al suo emendamento nel decreto “rinnovabili”, che avrebbe aperto le porte a un fiume di finanziamenti per il mini-ecolico. «Sono milioni per noi l’emendamento, che cazzo», si legge su Repubblica. E ancora: «L’emendamento è importante». Arata ripeteva: «Siri è un carissimo amico, ma proprio caro». E spiegava: «Armando è uno che ama la Sicilia». – [La Repubblica.it]
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