22/01/2020 – I militari della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito un sequestro di prevenzione di beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie – detenuti anche all’estero – del valore di circa 30 milioni di euro, nella disponibilità di S.V., imprenditore formalmente residente nel principato di Monaco ma di fatto domiciliato in provincia di Pavia, in quanto ritenuto “soggetto fiscalmente e socialmente pericoloso”. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Bologna – Sezione Misure di Prevenzione, in accoglimento della richiesta formulata dal Pubblico Ministero titolare delle indagini, dott. Roberto Ceroni della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Tra i beni oggetto di sequestro da parte del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna rientrano n. 10 immobili (tra cui 3 complessi immobiliari di pregio, con parco, piscina e autorimessa, di cui due siti nel pavese e uno ubicato a picco sul mare nella prestigiosa località francese di Roquebrune-Cap Martin, del valore di circa € 7 mln), oltre 30 autovetture (tra cui spiccano diverse Bentley, Range Rover, Ferrari e prestigiose auto d’epoca), quote societarie e disponibilità finanziarie.
Il provvedimento cautelare costituisce lo sviluppo dell’operazione “MILLE MIGLIA” eseguita nel 2016 nel corso della quale il proposto era stato denunciato, unitamente ad altre 14 persone, e tratto in arresto per aver distratto dal patrimonio del fallimento di una società con sede in Bologna beni per circa 7,5 mln di euro. Veniva appurato, altresì, come l’imprenditore, sebbene fittiziamente residente all’estero, commerciasse autoveicoli di assoluto pregio in Italia in completa evasione d’imposta omettendo di dichiarare redditi per circa 96 milioni di euro.
All’esito delle predette indagini, le fiamme gialle felsinee sviluppavano investigazioni economico patrimoniali, ai sensi del “Codice antimafia” ricostruendo la lunga “storia criminale” del S.V., caratterizzata dal compimento di plurimi reati di usura, riciclaggio, bancarotte fraudolente e una evasione fiscale “pluriennale e colossale” tanto da accumulare, quantomeno dal 1984 ad oggi, sia come persona fisica sia tramite le numerose persone giuridiche di comodo a lui riconducibili, un debito verso l’Erario quantificabile in oltre 140 milioni di euro.
Gli approfondimenti investigativi condotti hanno permesso quindi di evidenziare in capo al proposto una “pericolosità sociale e fiscale, storica, concreta ed attuale”, atteso che lo stesso, oltre ad aver commesso i suddetti reati, risultava formalmente pressoché nullatenente e indigente. Il soggetto, infatti, dal 1979 ad oggi aveva complessivamente dichiarato redditi per soli 165 mila euro, pur disponendo – di fatto – di un patrimonio del valore stimato di circa 30 milioni di euro, non solo in Italia ma anche in altri paesi europei. L’operazione odierna si inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale, restituendo alla collettività i beni accumulati attraverso comportamenti illeciti e in danno dell’iniziativa imprenditoriale condotta nel rispetto delle regole.
L’obiettivo del Corpo è quello di aggredire, con le misure di prevenzione, i patrimoni illecitamente accumulati dalla cd. “criminalità da profitto”, ovvero da coloro i quali, lungi dall’essere occasionali evasori, vivono di traffici delittuosi o traggono il proprio reddito dai proventi dell’attività criminale.
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